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FUDOSHIN (不動心)
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FUDOSHIN (不動心)
Tradotto letteralmente “fudo” –immobile/inamovibile- e“shin”-cuore/spirito/mente”.
Fudoshin è uno stato mentale, caratterizzato da imperturbabilità e determinazione, ricercato da tutti i praticanti di arti marziali.
In questa disposizione d’animo avremo coraggio senza avventatezza, determinazione e calma imperturbabile, caratteristiche in grado di fornire, a chi le pratichi, grande stabilità sia fisica che mentale.
Un paragone adatto al Fudoshin è l’albero di Salice, dove ai flessibili e resistenti rami che piegandosi oppongono scarsa resistenza ai venti che li aggrediscono si affiancano radici profonde e poderose, rendendo l’albero nel suo insieme, inamovibile.
Tradizionalmente, le caratteristiche finora descritte, sono associate ad una divinità buddista molto amata dai samurai, Fudō myō-ō (不動明王).
Fudō myō-ō è uno dei tredici buddha giapponesi, ed è raffigurato avvolto dalle fiamme con una spada nella mano destra ed una fune dorata nella sinistra, il suo compito principale è aiutare i fedeli rimuovendo gli ostacoli ed i demoni che impediscono la pratica religiosa.
La spada, di nome Taia (khaḍga) è detta anche la “spada della saggezza”. Con questa Fudo, oltre a colpire i malvagi, taglia i dubbi, consentendo ai praticanti di superarli.
La fune (pāśa) serve invece a condurre I defunti verso un destino migliore e/o a legare i colpevoli.
Le fiamme che lo avvolgono (Kasho Zampai) sono in grado di consumare tutti gli ostacoli karmici.
Fudō myō-ō è quindi detto “l’inamovibile” o "l'imperturbabile", poiché non viene mai smosso dagli ostacoli, e, anche se circondato dal pericolo (fiamme), non si scompone, riuscendo a prevalere.
Per questi motivi questa dività era profondamente venerata dai samurai, che vedevano se stessi come guardiani dell’ordine di un paese costantemente minacciato dal caos.
Nonostante l’aspetto feroce ed intimorente, la sua benevolenza verso gli uomini è simbolizzata dallo stile della sua capigliatura, tipica della classe servile.
Quindi per essere inamovibili nei nostri intenti ed imperturbabili dai nostri dubbi e paure, dobbiamo pensare di essere come Fudo ed acquisire il Fudo-shin, ossia il cuore inamovibile.
Tutti questi concetti, importantissimi per qualsiasi kendoka, sono ancora più fondamentali per chi si cimenti nel Jodan no Kamae. Combattere in Jodan, detto anche Kamae del Fuoco (Hi no kamae), equivale a incanalare lo spirito rappresentato da Fudō myō-ō, immaginandosi avvolti da fiamme che ci spingono implacabilmente verso l’avversario, superando i nostri dubbi e paure.
Fudoshin è uno stato mentale, caratterizzato da imperturbabilità e determinazione, ricercato da tutti i praticanti di arti marziali.
In questa disposizione d’animo avremo coraggio senza avventatezza, determinazione e calma imperturbabile, caratteristiche in grado di fornire, a chi le pratichi, grande stabilità sia fisica che mentale.
Un paragone adatto al Fudoshin è l’albero di Salice, dove ai flessibili e resistenti rami che piegandosi oppongono scarsa resistenza ai venti che li aggrediscono si affiancano radici profonde e poderose, rendendo l’albero nel suo insieme, inamovibile.
Tradizionalmente, le caratteristiche finora descritte, sono associate ad una divinità buddista molto amata dai samurai, Fudō myō-ō (不動明王).
Fudō myō-ō è uno dei tredici buddha giapponesi, ed è raffigurato avvolto dalle fiamme con una spada nella mano destra ed una fune dorata nella sinistra, il suo compito principale è aiutare i fedeli rimuovendo gli ostacoli ed i demoni che impediscono la pratica religiosa.
La spada, di nome Taia (khaḍga) è detta anche la “spada della saggezza”. Con questa Fudo, oltre a colpire i malvagi, taglia i dubbi, consentendo ai praticanti di superarli.
La fune (pāśa) serve invece a condurre I defunti verso un destino migliore e/o a legare i colpevoli.
Le fiamme che lo avvolgono (Kasho Zampai) sono in grado di consumare tutti gli ostacoli karmici.
Fudō myō-ō è quindi detto “l’inamovibile” o "l'imperturbabile", poiché non viene mai smosso dagli ostacoli, e, anche se circondato dal pericolo (fiamme), non si scompone, riuscendo a prevalere.
Per questi motivi questa dività era profondamente venerata dai samurai, che vedevano se stessi come guardiani dell’ordine di un paese costantemente minacciato dal caos.
Nonostante l’aspetto feroce ed intimorente, la sua benevolenza verso gli uomini è simbolizzata dallo stile della sua capigliatura, tipica della classe servile.
Quindi per essere inamovibili nei nostri intenti ed imperturbabili dai nostri dubbi e paure, dobbiamo pensare di essere come Fudo ed acquisire il Fudo-shin, ossia il cuore inamovibile.
Tutti questi concetti, importantissimi per qualsiasi kendoka, sono ancora più fondamentali per chi si cimenti nel Jodan no Kamae. Combattere in Jodan, detto anche Kamae del Fuoco (Hi no kamae), equivale a incanalare lo spirito rappresentato da Fudō myō-ō, immaginandosi avvolti da fiamme che ci spingono implacabilmente verso l’avversario, superando i nostri dubbi e paure.
Raffaele- Moderatore
- Numero di messaggi : 797
Data d'iscrizione : 02.04.09
Località : Livorno
Re: FUDOSHIN (不動心)
Molto bella la metafora del salice. Morbido all'estremità, forte nelle radici. Penso sia un concetto da esportare durante la pratica con principianti.
Re: FUDOSHIN (不動心)
Sulla rivista "Ki" è apparso l'articolo seguente riguardante il fudoshin:
http://www.kendo.it/wordpress/wp-content/uploads/2011/10/Sul-Fudoshin.pdf
Ho trovato l'articolo estremamente interessante e ne consiglio vivamente la lettura. Tuttavia mi sento di fare una piccola precisazione su un punto del contenuto, infatti ad un certo punto troviamo:
"...Non sarebbe, pertanto, più ‘vero’ il combattimento di Kendo se si risolvesse immediatamente al primo colpo? E se così fosse, cosa cambierebbe nella mente dei combattenti?"
Al riguardo ci sarebbe da sottolineare che, anche se comunemente le gare sono sanbon shobu (cioè si vince al meglio dei 3 punti), non sono rare quelle ippon shobu (il primo che fa ippon vince) e che nel dojo è cosa normale terminare gijeiko appunto in ippon shobu. Insomma, è una cosa che già si fà....
http://www.kendo.it/wordpress/wp-content/uploads/2011/10/Sul-Fudoshin.pdf
Ho trovato l'articolo estremamente interessante e ne consiglio vivamente la lettura. Tuttavia mi sento di fare una piccola precisazione su un punto del contenuto, infatti ad un certo punto troviamo:
"...Non sarebbe, pertanto, più ‘vero’ il combattimento di Kendo se si risolvesse immediatamente al primo colpo? E se così fosse, cosa cambierebbe nella mente dei combattenti?"
Al riguardo ci sarebbe da sottolineare che, anche se comunemente le gare sono sanbon shobu (cioè si vince al meglio dei 3 punti), non sono rare quelle ippon shobu (il primo che fa ippon vince) e che nel dojo è cosa normale terminare gijeiko appunto in ippon shobu. Insomma, è una cosa che già si fà....
Ultima modifica di Raffaele il Mer 12 Ott - 11:00 - modificato 1 volta.
Raffaele- Moderatore
- Numero di messaggi : 797
Data d'iscrizione : 02.04.09
Località : Livorno
Re: FUDOSHIN (不動心)
Proprio per questo motivo, noi abbiamo proprio scelto l'ippon shobu per il Trofeo dell'adriatico.
La "gestione" di una gara (perdere tempo, parare continuamente, etc..) non è un gran bel modo di vivere il Kendo.
Questo, a mio modestissimo parere ;-)
La "gestione" di una gara (perdere tempo, parare continuamente, etc..) non è un gran bel modo di vivere il Kendo.
Questo, a mio modestissimo parere ;-)
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