Giovanni dalle Bande Nere - L'ultimo samurai italiano?

Secondo Machiavelli per figura, abilità e carisma avrebbe potuto unificare l'Italia (vi immaginate le conseguenze di un'Italia unificata nel '500?).
Uno degli ultimi grandi esponenti della cavalleria italiana, in un epoca dove gli archibugi non riuscivano a passare le corazze dei ricchi nobili (Milano ad esempio era famosa per la qualità delle sue armature), sarà ucciso dalla cancrena derivata da un colpo di falconetto (fornito dal duca Alfonso I° D'Este-forse il più grande esperto di artiglieria del tempo) il 30 novembre 1526.
La sua morte consentirà ai lanzichenecchi del Frundsberg di arrivare a Roma nel maggio 1527 e saccheggiarla per la prima volta dopo la calata dei vandali (455 d.c.), e in modo anche peggiore (strupro di qualsiasi donna a tiro, omicidii gratuiti ecc).
Da quel momento in poi le grandi monarchie europee potranno fare in Italia quello che vorranno fino al Risorgimento......
La cavalleria e il codice cavalleresco cedono il passo alle nuove perfezionate armi da fuoco, la spada lascia il predominio sul campo di battaglia in favore del cannone.
Giovanni dalle Bande nere è sepolta a Mantova, nella chiesa di S.Francesco. La sua armatura brunita è invece esposta in un posto d'onore presso il Museo Stibbert, a Firenze.

Una statua postuma di Giovanni, oggi esposta agli uffizi, sulla sua spada reca la scritta:
« Non mi snudare senza ragione. Non mi impugnare senza valore. »

Sicuramente il pragone fra la cavalleria rinascimentale e i samurai è azzardato, eppure le analogie non mancano.