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Articolo Tecnico-Il Kiai
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Articolo Tecnico-Il Kiai
Alcune riflessioni sul Kiai, elaborate dalla mia limitata esperienza e prese qui e là, da prendere per quello che valgono......
IL KIAI (気合)
kee-a-i
(O nel kumdo Koreano: kihap)
Letteralmente si traduce come:
“Lo spirito con cui si affronta un’avversario/situazione”.
Una traduzione comunemente accettata è invece “L’urlo del Ki”, dove Ki è inteso come anima, essenza dell’individuo stesso, ed in effetti il più semplice modo di dimostrare il Ki è proprio tramite la voce (sebbene sia esprimibile anche attraverso il corpo, ragion per cui a volte i praticanti di arti marziali esperti realizzano Kiai poco rumorosi o addirittura silenziosi- nel kendo credo si possa fare nel seme, ma assolutamente non sul colpo).
Nel Kendo l’esecuzione di un corretto Kiai è fondamentale per ottenere Ki-Ken-Tai-Itchi e quindi Ippon, dimostrando l’esplosivo e risoluto spirito con il quale si inizia e si esegue il taglio.
A indicare la risolutezza è abitudine in allenamento gridare il tipo di bersaglio che stiamo cercando di colpire nel momento stesso in cui cerchiamo di colpirlo (ovvero men, kote, do, tsuki nel normale kendo / muri, sonmok, heuri, chirum nel kumdo). Possibilmente il punto culminate di potenza del Kiai deve giungere proprio nel momento dell’urto sul bersaglio, dopo di che l’urlo deve continuare come Kakegoe (掛声 = voce costante) sino a che il taglio non ha termine, ovvero si ritorna in Kamae.
Più in generale l’esprimere un Kiai può avere molteplici obiettivi.
-In combattimento può servire ad intimidire e sottomettere l’avversario, ed in tal caso può essere usato anche come seme (si ricorda che ad un seme di Ki si deve rispondere con il Ki), ed alcuni kenshi riescono in effetti con questo ad ottenere l’effetto detto “gelare il sangue”con un urlo singolarmente penetrante. Effetuato da Tsubazariai è un gesto di sfida e un tentativo di sottomettere psicologicamente l’avversario.
-Durante un allenamento il Kiai espresso all’inizio di un esercizio serve a comunicare al compagno di essere pronti con tutto noi stessi ad eseguire la tecnica e ad innalzare lo spirito combattivo, la risposta del compagno lo innalzerà ulteriormente, oltre a comunicarci che anche lui è pronto. Così facendo si instaura trai due kendoka, un rapporto positivo per entrambi.
1-Effetti fisiologici del Kiai
Per coloro che non credono nell’esistenza del Ki come entità vera e propria restano comunque gli effetti fisici del Kiai, quali:
-Aiuta ad ottenere la sincronia degli elementi del Ki-Ken-Tai.
-Irrigidisce il torso migliorando il collegamento, e quindi la trasmissione delle linee di forza, dalle gambe alle braccia e quindi alla spada.
-Favorisce la respirazione profonda, espellendo una grossa quantità di aria “consumata”, fondamentale perché in condizioni di stress (come uno shiai) tendiamo a fare respiri corti e brevi, meno efficienti di una respirazione profonda (con questa finalità una specie di Kiai è incoraggiato in molti sport come il tennis, il volley e il sollevamento pesi per citare solo alcuni esempi). La violenta espirazione forzata si può anche vedere come equivalente ad una specie di breve sovralimentazione capace di fornire un momentaneo picco di energia.
2-Esprimere correttamente un Kiai
Fisicamente è sostanzialmente una questione di corretta respirazione, la quale deve avvenire attraverso lo schiacciamento del diaframma, questo implica di “respirare” non con i polmoni ma con l’addome (Hara). La persona migliore per insegnare questo modo di respirare probabilmente sarebbe un maestro di canto, meglio se lirico.
Esercizio 1-In mancanza di questo potete allenarvi ad emettere espirazioni profonde, sforzandovi di percepire l’addome che “schiaccia” verso il basso e di ottenere espirazioni il più prolungate possibile (per acquisire controllo sulla muscolatura che controlla l’apertura del diaframma). Il suono non deve essere fatto con le corde vocali ovvero di gola (se le usate perderete la voce dopo poco) ma deve essere gutturale.
Nella mia precedente esperienza marziale (Nimpo) erano indicati cinque suoni di base del Kiai, questi nell’ordine sono:
Iyp (si dice iiiiiiiiip)
Iyeh (si dice iiiiieeeeh)
Yah (si dice iiiiiyyyaaaaaaaahh)
Hah (si dice hhhaaaaaah)
Toh ( si dice Ttttoh)
Yah e Toh son tra le altre cose quelli dei kendo no kata e sono infatti opposti.
Altri Kiai opposti sono Iyp-Iyeh e Hah-Toh.
Esercizio 2-Assumendo una posizione adeguata (ad esempio kibadashi) rilassare il corpo ed iniziare a emettere ciclicamente i 5 suoni sopra indicati, ciascuno per un tempo equivalente a quello utilizzato nei kendo no kata, prestando attenzione a schiacciare l’addome come precedentemente indicato. Così ci si abitua a forzare una respirazione esplosiva.
3-Evoluzione personale del Kiai
La qualità del Kiai di un kendoka dovrebbe evolversi di pari passo con il kendo dello stesso e quindi migliorare ed affinarsi nel tempo.
Se inizialmente è richiesto di gridare ad alta voce il bersaglio che stiamo per colpire con l’andare del tempo questo si trasformerà gradualmente in un suono inarticolato che deve esprimere la nostra essenza profonda, in esso dovrebbe confluire la nostra forza, rabbia, frustrazione, determinazione ed impegno e chi più ne ha più ne metta. Questo è quello che si percepisce durante shiai di alto livello.
Il Kiai non deve essere per forza rumoroso, ma deve essere “pieno”, se lo è non ha importanza se la voce si rompe o fluttua di tono.
Un altro modo di vedere la cosa è rilassarsi e guardare dentro di noi.
Ognuno avrà dentro a se un animale, un fuoco o una forza nascosti, ed in questi risiede la forza del nostro Kiai, basterà solo liberarli brevemente indirizzandoli dove vogliamo finche vogliamo.
4-Quanta energia devo mettere nel mio kiai?
Idealmente tutta quella che posso permettermi. L’energia nel caso del Kiai equivale al fiato, e devo evitare di consumarlo tutto rimanendo senza (e quindi inerme per alcuni secondi).
Farà infatti parte dello Zanshin trattenere abbastanza fiato da consentirmi di effettuare un secondo attacco o di poter reagire ad un’iniziativa dell’avversario anche una volta che l’avrò “passato” con il mio primo assalto.
AGGIORNAMENTO 15/06/2009-
Interessante il modo in cui Menegatti sensei ci ha recentemente spiegato il modo di fare Kiai.
Il sensei ci ha detto che il Kiai va fatto nello stesso modo in cui si fanno i gargarismi, non quindi di gola ma con l'addome.
IL KIAI (気合)
kee-a-i
(O nel kumdo Koreano: kihap)
Letteralmente si traduce come:
“Lo spirito con cui si affronta un’avversario/situazione”.
Una traduzione comunemente accettata è invece “L’urlo del Ki”, dove Ki è inteso come anima, essenza dell’individuo stesso, ed in effetti il più semplice modo di dimostrare il Ki è proprio tramite la voce (sebbene sia esprimibile anche attraverso il corpo, ragion per cui a volte i praticanti di arti marziali esperti realizzano Kiai poco rumorosi o addirittura silenziosi- nel kendo credo si possa fare nel seme, ma assolutamente non sul colpo).
Nel Kendo l’esecuzione di un corretto Kiai è fondamentale per ottenere Ki-Ken-Tai-Itchi e quindi Ippon, dimostrando l’esplosivo e risoluto spirito con il quale si inizia e si esegue il taglio.
A indicare la risolutezza è abitudine in allenamento gridare il tipo di bersaglio che stiamo cercando di colpire nel momento stesso in cui cerchiamo di colpirlo (ovvero men, kote, do, tsuki nel normale kendo / muri, sonmok, heuri, chirum nel kumdo). Possibilmente il punto culminate di potenza del Kiai deve giungere proprio nel momento dell’urto sul bersaglio, dopo di che l’urlo deve continuare come Kakegoe (掛声 = voce costante) sino a che il taglio non ha termine, ovvero si ritorna in Kamae.
Più in generale l’esprimere un Kiai può avere molteplici obiettivi.
-In combattimento può servire ad intimidire e sottomettere l’avversario, ed in tal caso può essere usato anche come seme (si ricorda che ad un seme di Ki si deve rispondere con il Ki), ed alcuni kenshi riescono in effetti con questo ad ottenere l’effetto detto “gelare il sangue”con un urlo singolarmente penetrante. Effetuato da Tsubazariai è un gesto di sfida e un tentativo di sottomettere psicologicamente l’avversario.
-Durante un allenamento il Kiai espresso all’inizio di un esercizio serve a comunicare al compagno di essere pronti con tutto noi stessi ad eseguire la tecnica e ad innalzare lo spirito combattivo, la risposta del compagno lo innalzerà ulteriormente, oltre a comunicarci che anche lui è pronto. Così facendo si instaura trai due kendoka, un rapporto positivo per entrambi.
1-Effetti fisiologici del Kiai
Per coloro che non credono nell’esistenza del Ki come entità vera e propria restano comunque gli effetti fisici del Kiai, quali:
-Aiuta ad ottenere la sincronia degli elementi del Ki-Ken-Tai.
-Irrigidisce il torso migliorando il collegamento, e quindi la trasmissione delle linee di forza, dalle gambe alle braccia e quindi alla spada.
-Favorisce la respirazione profonda, espellendo una grossa quantità di aria “consumata”, fondamentale perché in condizioni di stress (come uno shiai) tendiamo a fare respiri corti e brevi, meno efficienti di una respirazione profonda (con questa finalità una specie di Kiai è incoraggiato in molti sport come il tennis, il volley e il sollevamento pesi per citare solo alcuni esempi). La violenta espirazione forzata si può anche vedere come equivalente ad una specie di breve sovralimentazione capace di fornire un momentaneo picco di energia.
2-Esprimere correttamente un Kiai
Fisicamente è sostanzialmente una questione di corretta respirazione, la quale deve avvenire attraverso lo schiacciamento del diaframma, questo implica di “respirare” non con i polmoni ma con l’addome (Hara). La persona migliore per insegnare questo modo di respirare probabilmente sarebbe un maestro di canto, meglio se lirico.
Esercizio 1-In mancanza di questo potete allenarvi ad emettere espirazioni profonde, sforzandovi di percepire l’addome che “schiaccia” verso il basso e di ottenere espirazioni il più prolungate possibile (per acquisire controllo sulla muscolatura che controlla l’apertura del diaframma). Il suono non deve essere fatto con le corde vocali ovvero di gola (se le usate perderete la voce dopo poco) ma deve essere gutturale.
Nella mia precedente esperienza marziale (Nimpo) erano indicati cinque suoni di base del Kiai, questi nell’ordine sono:
Iyp (si dice iiiiiiiiip)
Iyeh (si dice iiiiieeeeh)
Yah (si dice iiiiiyyyaaaaaaaahh)
Hah (si dice hhhaaaaaah)
Toh ( si dice Ttttoh)
Yah e Toh son tra le altre cose quelli dei kendo no kata e sono infatti opposti.
Altri Kiai opposti sono Iyp-Iyeh e Hah-Toh.
Esercizio 2-Assumendo una posizione adeguata (ad esempio kibadashi) rilassare il corpo ed iniziare a emettere ciclicamente i 5 suoni sopra indicati, ciascuno per un tempo equivalente a quello utilizzato nei kendo no kata, prestando attenzione a schiacciare l’addome come precedentemente indicato. Così ci si abitua a forzare una respirazione esplosiva.
3-Evoluzione personale del Kiai
La qualità del Kiai di un kendoka dovrebbe evolversi di pari passo con il kendo dello stesso e quindi migliorare ed affinarsi nel tempo.
Se inizialmente è richiesto di gridare ad alta voce il bersaglio che stiamo per colpire con l’andare del tempo questo si trasformerà gradualmente in un suono inarticolato che deve esprimere la nostra essenza profonda, in esso dovrebbe confluire la nostra forza, rabbia, frustrazione, determinazione ed impegno e chi più ne ha più ne metta. Questo è quello che si percepisce durante shiai di alto livello.
Il Kiai non deve essere per forza rumoroso, ma deve essere “pieno”, se lo è non ha importanza se la voce si rompe o fluttua di tono.
Un altro modo di vedere la cosa è rilassarsi e guardare dentro di noi.
Ognuno avrà dentro a se un animale, un fuoco o una forza nascosti, ed in questi risiede la forza del nostro Kiai, basterà solo liberarli brevemente indirizzandoli dove vogliamo finche vogliamo.
4-Quanta energia devo mettere nel mio kiai?
Idealmente tutta quella che posso permettermi. L’energia nel caso del Kiai equivale al fiato, e devo evitare di consumarlo tutto rimanendo senza (e quindi inerme per alcuni secondi).
Farà infatti parte dello Zanshin trattenere abbastanza fiato da consentirmi di effettuare un secondo attacco o di poter reagire ad un’iniziativa dell’avversario anche una volta che l’avrò “passato” con il mio primo assalto.
AGGIORNAMENTO 15/06/2009-
Interessante il modo in cui Menegatti sensei ci ha recentemente spiegato il modo di fare Kiai.
Il sensei ci ha detto che il Kiai va fatto nello stesso modo in cui si fanno i gargarismi, non quindi di gola ma con l'addome.
Ultima modifica di Raffaele il Lun 15 Giu - 15:41 - modificato 4 volte. (Motivazione : update)
Raffaele- Moderatore
- Numero di messaggi : 797
Data d'iscrizione : 02.04.09
Località : Livorno
Re: Articolo Tecnico-Il Kiai
Vorrei Aggiungere una cosa "con un buon KIAI si otterrà la vittoria!"
milko- Numero di messaggi : 12
Data d'iscrizione : 02.04.09
Età : 54
Località : Livorno
Re: Articolo Tecnico-Il Kiai
Mi sono accorto ieri sera che esagero proprio nel kiai, quindi consumo un sacco di energia inutilmente. Dovrei forse moderarlo un po
Michele- Numero di messaggi : 39
Data d'iscrizione : 02.04.09
Re: Articolo Tecnico-Il Kiai
Aggiornato articolo.
Raffaele- Moderatore
- Numero di messaggi : 797
Data d'iscrizione : 02.04.09
Località : Livorno
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