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Cuore di Kendo

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Cuore di Kendo Empty Cuore di Kendo

Messaggio  antonio giardina Mar 28 Apr - 23:29

Trovo questo articolo molto bello e,sinceramente e con infinita modestia, mi ci trovo e condivido in pieno. Sarà magari la mia età che mi fà apprezzare molto articoli simili. Però mi piace condividerli, come tutto il resto, con voi. affraid Very Happy

KI – Kendo iaido..on Line Numero 11 – Giugno 2005
Messaggio agli amici praticanti di kendo e iaido italiani da un nuovo ottavo dan
Iaido kyoshi 8 dan, Miyazaki Kentaro
Il tre maggio a Kyoto, in occasione dell’esame di iaido per ottavo dan, sono stato promosso.
Dei 192 iscritti solo trenta hanno superato la prima prova (sette kata prestabiliti di seitei) e
alla fine della seconda prova (sette kata liberi di scuola antica) solo otto sono stati i promossi.
L’unico cinquantenne sono stato io, tutti gli altri avevano o sessanta o settant’anni. Sembra
che in questo momento in Giappone sono l’ottavo dan più giovane. Essere promosso ottavo
dan al secondo tentativo è stato davvero un colpo di fortuna, ma non è possibile essere
promossi solo con la fortuna.
Penso che si possa dire senz’altro che aver potuto ricevere per quattro anni
l’insegnamento eccellente del maestro Ide Katsuhiko sia ciò che in effetti ha contribuito
maggiormente a questo successo. Ma prima ancora, aver potuto continuare la pratica dello iai
ogni anno senza pause e così migliorare un po’ alla volta, tutto considerato è merito degli amici
italiani.
Anche quest’anno ancora una volta a Borgo è in programma un seminario estivo, credo
sia il sedicesimo. Se ho potuto continuare per sedici anni senza pause a venire in Italia è
innanzitutto merito della buona salute, ma certo sia gli amici italiani che io abbiamo sempre
dato grande importanza al seminario e ogni anno l’abbiamo atteso con gioia. E io stesso ogni
anno mi sono impegnato affinché durante il seminario mi si dicesse senz’altro che ero un po’
migliorato rispetto all’anno prima, che ero diventato un po’ più bravo. Credo che l’occhio
severo degli amici italiani mi abbia dato la forza di migliorare fino all’ottavo dan di oggi, per
questo vi ringrazio dal profondo del cuore. Inoltre non solo io, anche voi amici italiani siete
migliorati impegnandovi con serietà e il fatto che un passo alla volta siate progrediti di dan in
dan è qualcosa che davvero mi riempie più di tutto di gioia.
Considerando quest’anno in cui sono diventato ottavo dan come un nuovo termine da
cui partire, vorrei d’ora in poi costruire insieme agli amici italiani una nuova fase nella storia
dello iaido italiano. Fino ad ora il motto dei nostri seminari è sempre stato «l’amicizia», d’ora in
avanti vorrei aggiungerne un altro, il «bel cuore» (utsukushii kokoro). Forse conoscerete
questa famosa sentenza:
«La spada è kokoro1, se kokoro non è corretto, la spada a sua volta non sarà corretta».
Inoltre il motto della Zenkenren è:
«Il kendo è una via per la formazione dell’essere umano che si fonda sulla pratica dei principi
che si apprendono dallo studio della spada»
Un kokoro corretto è un kokoro bello. Credo che d’ora in poi non dobbiamo pensare solo ad
uno iai meramente tecnico, ma piano piano, tramite il kendo come tramite lo iai, dobbiamo
cominciare a pensare anche a creare un bel kokoro.
«Un bel cuore» non è qualcosa di astratto, deve essere reso manifesto in una forma
concreta e visibile agli occhi. Non è qualcosa di teorico, è qualcosa che ha senso per la prima
volta quando viene realizzato in pratica. Manifestare concretamente un «bel cuore» è reigi o
reiho2. Il maestro Fukuhara Yasuharu, che è venuto già anche in Italia, dice:
1 Il cuore, lo spirito di chi pratica [N.d.T.].
2 Le regole, le leggi di rei [N.d.T.].
«La forma [kata] deve avere cuore/spirito [kokoro] e il cuore/spirito manifesta una forma»
Per manifestare una bella forma, bisogna avere un bel cuore. E la figura di chi ha un bel cuore
di per sé è qualcosa di bello.
A partire dal seminario di quest’anno vorrei dare importanza oltre alla tecnica, come
fino ad ora, anche ad una bella figura e ad un bell’abbigliamento in quanto «forma» e a un bel
reigi-reiho in quanto «cuore». La tecnica si può imparare da un «insegnante» (kyoshi). Ma il
cuore credo non si possa che imparare da un «maestro» (shisho). Per questo, se da adesso in
poi vorrete fare una pratica del «cuore» oltre che della tecnica, dovete considerarmi come
«maestro». Che differenza c’è tra «insegnante» e «maestro»? Credo che il maestro sia
qualcuno che si può seguire credendogli assolutamente, mentre l’insegnante no. Cioè dipende
dal fatto se si costituisce una relazione umana di fiducia tra chi insegna e chi impara oppure
no.
«Ma allora tu adesso pensi di essere una persona che merita il nome di “maestro”?»
A questa domanda non posso rispondere senza esitazione di sì. Ma sono diventato ottavo dan e
adesso, come prossimo obiettivo, vorrei incamminarmi su un nuovo percorso che mi permetta
di diventare un essere umano che merita di essere chiamato «maestro» da tutti voi. E allora,
d’ora in poi non volete praticare credendo nel mio insegnamento e mettendovi alla ricerca di
un bel cuore? D’ora in avanti voglio impegnarmi nella mia pratica avendo come obiettivo il
giorno in cui sarò chiamato «vero maestro» da tutti voi. A Nagasaki abita un «maestro»
straordinario e veramente eccellente. Se vorrete provare anche a studiare seriamente il
«cuore» oltre alla tecnica, vorrei un giorno invitarlo a venire in Italia. Lo studio del «cuore» è
lo stesso per chi fa kendo e per chi fa iai. Se un giorno questo maestro di Nagasaki verrà in
Italia, spero di poter riunire in quell’occasione tutti i praticanti italiani, di kendo iaido e jodo.
antonio giardina
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