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Quale è il significato del Chiburi?
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Quale è il significato del Chiburi?
Il presente articoletto è un sunto della discussione omonima presente su Kendo World Forum al seguente indirizzo:
http://www.kendo-world.com/forum/showthread.php?t=21923&highlight=zanshin
Al solito siete pregati di segnalare ogni errore o misinterpretazione possiate individuare.
Quali sono gli scopi del Chiburi?
In genere a questa pratica si associa l’idea legata al significato letterale della parola (chiburi, 血振り), ovvero “scrollare il sangue” ovviamente dopo aver portato un taglio.
Tuttavia, come vedremo adesso, tale significato non è l’unico e forse nemmeno il più importante.
Nel numero 4.4 di Kendo World, c’è un interessante servizio, riguardante "I fondamentali dello Iaido" ("Essentials of Iaido") , che riporta una traduzione di un’intervista fatta nel 1965 al Maestro Katsuse Mitsuyasu Kagemasa, il 14° soke del Suio-ryu. In una parte di questa parla esplicitamente del chiburi, dicendo:
“ Il movimento di chiburi, eseguito dopo un colpo di punta o di taglio, serve sia a rimuovere il sangue residuo rimasto sulla lama, sia a liberare la tensione presente sulle braccia, sulle mani e nelle altre parti del corpo e della mente."
Quindi allo scopo di rimozione del sangue, comunemente inteso, se ne affianca un altro relativo al rilassamento del corpo e della mente, inoltre il maestro aggiunge poco dopo:
“Quando un taglio viene eseguito a grande velocità, il sangue non si accumula sulla lama. In verità pare che nella scuola Mugai-ryu nemmeno si facesse chiburi. Similmente, i praticanti dell’Hoki-ryu non eseguono nessun movimento circolare inteso a rimuovere del sangue dalla lama. Comunque chiburi è qualcosa di pù che la semplice rimozione del sangue dalla lama. E’ un’azione che incoraggia una attenzione continua , ed è una parte importante dello sviluppo spirituale nello Iai.”
Qundi un ulteriore scopo è l’ottenere una “attenzione continua”, o in altre parole zanshin. Riepilogando abbiamo tre scopi ottenuti con il chiburi:
1-Rimozione del sangue dalla lama.
2-Ottenere nuovamente una stato rilassato di mente e corpo dopo il taglio.
3-stabilire Zanshin.
Vediamoli nel dettaglio:
1-Rimozione del sangue dalla lama.
Premesso che riponendo la spada nella sua saya senza rimuovere il sangue rimasto sulla lama otteremmo in breve una ossidazione della stessa e quindi che la lama va pulita perfettamente dopo il suo uso, pare che, per quanto uno si affanni con il chiburi, questi non sia sufficiente ad ottenere tale scopo. Nella discussione sopraccitata si porta l’esempio di due persone che hanno provato la cosa di persona con esito negativo (un pulitore di nihonto che durante il proprio lavoro si era tagliato una mano e un cacciatore che ha provato una spada della seconda guerra mondiale su un cervo), ovvero una patina di sangue resta comunque e va rimossa con altri mezzi, generalmente con un panno. Tuttavia non dobbiamo pensare che da questo punto di vista il chiburi sia del tutto inutile, infatti durante il taglio avremmo potuto incontrare con la nostra lama ossa, cartilagini, tendini, vesti e parti di armatura, e più o meno grossi frammenti di tutto questo sarebbero potuti rimanere sulla spada. Per rimuovere questi il chiburi funziona, e sarebbe stata la prima cosa da fare dopo il colpo.
Inoltre non dobbiamo confondere lo studio dello Iai con l'antica e “reale” pratica della spada. Come molti maestri hanno fatto notare, in questa ultima, dopo il chiburi, avrei pulito la lama con l’hakama dell’avversario morto prima di riporla. Nello studio dello Iai questo non serve, e per togliere il sangue immaginario del mio avversario immaginario il chiburi è più che sufficiente. E’ un movimento simbolico che rappresenta tutto quanto serve a pulire correttamente la spada prima di rinfoderarla.
2-Ottenere nuovamente una stato rilassato di mente e corpo dopo il taglio.
Secondo la tradizione di molti koryu, pare che dopo aver ferito seriamente od ucciso un avversario, sia cosa comune avere un momento di paralisi in cui ci sentiamo come congelati. Questo fenomeno dovrebbe essere dovuto essenzialmente allo shock e allo stato adrenalinico del momento.
L’idea sarebbe quella di sbloccare questo momento critico apprendendo in allenamento un “automatismo” da eseguire dopo ogni taglio, appunto il chiburi. Senza questo “rilassamento” sarei vulnerabile ad un qualsiasi attacco e non potrei fare zanshin.
3-stabilire Zanshin.
Come già accennato precedentemente, numerosi koryu, tra cui Toyama Ryu/ Nakamura Ryu, Hoki-ryu e Yagyu Seigo Ryu (la parte di Iai dello Yagyu shinkage Ryu), non hanno il chiburi inteso come “pulizia della lama” ma solo come posizione di guardia intesa a stabilire zanshin, ovvero essere pronti ad affrontare un nuovo avversario o a finire quello appena abbattuto nel caso che questi non sia ancora morto.
http://www.kendo-world.com/forum/showthread.php?t=21923&highlight=zanshin
Al solito siete pregati di segnalare ogni errore o misinterpretazione possiate individuare.
Quali sono gli scopi del Chiburi?
In genere a questa pratica si associa l’idea legata al significato letterale della parola (chiburi, 血振り), ovvero “scrollare il sangue” ovviamente dopo aver portato un taglio.
Tuttavia, come vedremo adesso, tale significato non è l’unico e forse nemmeno il più importante.
Nel numero 4.4 di Kendo World, c’è un interessante servizio, riguardante "I fondamentali dello Iaido" ("Essentials of Iaido") , che riporta una traduzione di un’intervista fatta nel 1965 al Maestro Katsuse Mitsuyasu Kagemasa, il 14° soke del Suio-ryu. In una parte di questa parla esplicitamente del chiburi, dicendo:
“ Il movimento di chiburi, eseguito dopo un colpo di punta o di taglio, serve sia a rimuovere il sangue residuo rimasto sulla lama, sia a liberare la tensione presente sulle braccia, sulle mani e nelle altre parti del corpo e della mente."
Quindi allo scopo di rimozione del sangue, comunemente inteso, se ne affianca un altro relativo al rilassamento del corpo e della mente, inoltre il maestro aggiunge poco dopo:
“Quando un taglio viene eseguito a grande velocità, il sangue non si accumula sulla lama. In verità pare che nella scuola Mugai-ryu nemmeno si facesse chiburi. Similmente, i praticanti dell’Hoki-ryu non eseguono nessun movimento circolare inteso a rimuovere del sangue dalla lama. Comunque chiburi è qualcosa di pù che la semplice rimozione del sangue dalla lama. E’ un’azione che incoraggia una attenzione continua , ed è una parte importante dello sviluppo spirituale nello Iai.”
Qundi un ulteriore scopo è l’ottenere una “attenzione continua”, o in altre parole zanshin. Riepilogando abbiamo tre scopi ottenuti con il chiburi:
1-Rimozione del sangue dalla lama.
2-Ottenere nuovamente una stato rilassato di mente e corpo dopo il taglio.
3-stabilire Zanshin.
Vediamoli nel dettaglio:
1-Rimozione del sangue dalla lama.
Premesso che riponendo la spada nella sua saya senza rimuovere il sangue rimasto sulla lama otteremmo in breve una ossidazione della stessa e quindi che la lama va pulita perfettamente dopo il suo uso, pare che, per quanto uno si affanni con il chiburi, questi non sia sufficiente ad ottenere tale scopo. Nella discussione sopraccitata si porta l’esempio di due persone che hanno provato la cosa di persona con esito negativo (un pulitore di nihonto che durante il proprio lavoro si era tagliato una mano e un cacciatore che ha provato una spada della seconda guerra mondiale su un cervo), ovvero una patina di sangue resta comunque e va rimossa con altri mezzi, generalmente con un panno. Tuttavia non dobbiamo pensare che da questo punto di vista il chiburi sia del tutto inutile, infatti durante il taglio avremmo potuto incontrare con la nostra lama ossa, cartilagini, tendini, vesti e parti di armatura, e più o meno grossi frammenti di tutto questo sarebbero potuti rimanere sulla spada. Per rimuovere questi il chiburi funziona, e sarebbe stata la prima cosa da fare dopo il colpo.
Inoltre non dobbiamo confondere lo studio dello Iai con l'antica e “reale” pratica della spada. Come molti maestri hanno fatto notare, in questa ultima, dopo il chiburi, avrei pulito la lama con l’hakama dell’avversario morto prima di riporla. Nello studio dello Iai questo non serve, e per togliere il sangue immaginario del mio avversario immaginario il chiburi è più che sufficiente. E’ un movimento simbolico che rappresenta tutto quanto serve a pulire correttamente la spada prima di rinfoderarla.
2-Ottenere nuovamente una stato rilassato di mente e corpo dopo il taglio.
Secondo la tradizione di molti koryu, pare che dopo aver ferito seriamente od ucciso un avversario, sia cosa comune avere un momento di paralisi in cui ci sentiamo come congelati. Questo fenomeno dovrebbe essere dovuto essenzialmente allo shock e allo stato adrenalinico del momento.
L’idea sarebbe quella di sbloccare questo momento critico apprendendo in allenamento un “automatismo” da eseguire dopo ogni taglio, appunto il chiburi. Senza questo “rilassamento” sarei vulnerabile ad un qualsiasi attacco e non potrei fare zanshin.
3-stabilire Zanshin.
Come già accennato precedentemente, numerosi koryu, tra cui Toyama Ryu/ Nakamura Ryu, Hoki-ryu e Yagyu Seigo Ryu (la parte di Iai dello Yagyu shinkage Ryu), non hanno il chiburi inteso come “pulizia della lama” ma solo come posizione di guardia intesa a stabilire zanshin, ovvero essere pronti ad affrontare un nuovo avversario o a finire quello appena abbattuto nel caso che questi non sia ancora morto.
Raffaele- Moderatore
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Data d'iscrizione : 02.04.09
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