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La parola "Soke" - qual è il suo vero significato?

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La parola "Soke" - qual è il suo vero significato? Empty La parola "Soke" - qual è il suo vero significato?

Messaggio  Raffaele Mar 14 Apr - 13:00

Nel corso della mia limitata pratica delle arti marziali ho incontrato la parola “Soke” svariate volte, spesso buttata lì per accrescere, come titolone distintivo, il curriculum di qualche caposcuola di una (o talvolta più di una) disciplina. Recentemente ho incontrato questo interessante articolo http://www.koryu.com/library/wbodiford1.html di cui riporto un sunto tradotto in italiano.

Innanzi tutto chi o cosa è un Soke? Stando a quanto troviamo su internet la parola giapponese soke è diventata un titolo attribuito ad individui che affermano di essere “Gran Maestri” o “Fondatori” di un’arte marziale. Sorprendentemente però, questa parola è assente sia nei dizionari inglese-giapponese, sia nei più autorevoli libri che trattano di cultura marziale giapponese.
Sembrerebbe dunque, che questa oscurità di significato fornisca un vantaggio commerciale quando utilizzata in un mercato competitivo affollato di istruttori che si presentano non come esperti, ma addirittura come Maestri o Gran Maestri.
Sembra che la parola “Soke” discenda dalla parola cinese (mandarino) zongjia, stante ad indicare sia i membri di una casata sia la discendenza principale dentro un clan allargato, responsabile della gestione dei riti relativi al tempio ancestrale, caratterizzata quindi da forti connotazioni familiari e religiose.
Anche nei testi giapponesi antichi, la parola soke implica sempre relazioni familiari e relativi doveri filiali, sebbene in questo caso le relazioni non fossero limitati a consanguinei, ma a strutture sociali (commerciali, militari, religiose, ecc) allargate organizzate secondo un modello pseudo-familiare. Chiaramente le più importanti e floride di queste società si ritrovarono legate ad importanti linee nobiliari.
Nel periodo Tokugawa, ed in special modo nel 18°secolo, si arrivò al punto in cui molti tipi di attività artistiche o culturali si ritrovarono, con l’avallo del governo, sotto il controllo di importanti famiglie, in grado di esercitare il controllo completo e proprietario sull’esercizio di queste arti ed mestieri su tutto il territorio del Giappone. Queste nuove linee familiari, che essenzialmente operavano come gilde commerciali, si riferivano a se stesse come “Soke” o “iemoto” con piena intercambiabilità dei due termini. Infatti entrambe le parole indicavano la linea principale di discendenza della gilda che esercitava il pieno controllo commerciale dell’attività, oppure l’attuale capo legittimo di tale discendenza. Per quanto riguarda le arti marziali, poiché ogni feudo patrocinava una o più scuole, è impensabile che qualcuno potesse imporre in tutto il Giappone un solo stile, con relativo controllo esclusivo, caratteristiche necessarie per la nascita di un Soke.
Il teatro Noh, L’ikebana, la cerimonia del Tè, sono tutti esempi di discipline che facevano riferimento ad un Soke, e chi voleva esercitarle doveva affiliarsi alla “gilda” o comunque pagargli un permesso di esercizio(ichinichi soden),. In cambio il Soke garantiva gli standard, tramandava i segreti per la costruzione di arnesi, forniva una serie di istruttori che insegnavano nel suo nome, stabiliva chi e come dovesse accedere ad un livello di conoscenza dell’arte più avanzato.
E qui cade il primo dei significati oggi attribuiti alla parola, quello di “fondatore”, infatti essendoci una sola possibilità di scelta nella disciplina, non esistevano scuole diverse in competizione tra loro, c’era unicamente lo standard imposto dal Soke, la stessa idea di creare una nuova scuola è in contraddizione con il termine.
Dopo il 1868, quando il Giappone si riorganizzò come stato moderno, il governo riconobbe alle famiglie Soke i diritti legali e il controllo dei diritti d’autore su tutte le performance eseguite dagli appartenenti alle stesse, e tuttavia eliminò il diritto dei Soke ad impedire l’esercizio della disciplina ai non appartenenti alla “gilda” ed inibire così la competizione. Il soke divenne così non più l’unica scuola, ma una delle scuole (in genere la più tradizionale). Attualmente, chiunque voglia scrivere un libro sulla cerimonia del Tè può farlo, dovrà pagare i diritti d’autore al Soke solo se si rifarà alla sua scuola, altrimenti è liberissimo di inventarsi nuovi metodi di portarla a termine.
Sembra che la prima arte marziale che adottò un sistema di tipo Soke fù la scuola di judo Kodokan, creata da Jigoro Kano. Il Kodokan stabilì gli standard non per un solo dojo ma per tutti i dojo del paese, definendo l’arte, controllando le licenze e i metodi di insegnamento, e garantendo un legame tra i dojo locali e la sede centrale. Non ci sono stili di judo, c’è solo il judo dettato dal Kodokan. Quindi questa organizzazione avrebbe potuto chiamarsi Soke, così come con tale termine avremmo potuto designarne il capo, tuttavia nessuno l’ha mai fatto, perché?
Perché il judo nasce come arte marziale moderna e quindi lontana dall’idea di tradizione associata con l’essenza stessa della parola Soke.
Consideriamo un ultimo esempio, il caso del Kashima-Shinryu (aikido, spada ed altro). Nei suoi libri ed articoli, Seki Humitake, attuale capo e diciannovesimo successore della discendenza del Kashima-shinryu, utilizza l’aggettivo soke per identificare la famiglia Kunii. Egli utilizza questa parola per onorare il ruolo che la famiglia Kunii esercitò nel preservare la tradizione del Kashima-Shinryu nei secoli. Infatti fino al maestro di Seki, Kunii Zen'ya (1894-1966), il Kashima-Shinryu era stato tramandato interamente da padre in figlio nella linea di sangue di questa famiglia. Quindi l’uso moderno della parola Soke da parte di Seki semplicemente riconosce il legame e il debito della scuola moderna con questa famiglia. Negli scritti di Kunii Zen'ya, e nelle antiche pergamene tramandate nella scuola, la parola Soke non si trova mai. Kunii Zen'ya non si riferì mai a se stesso o alla sua famiglia come Soke del Kashima-Shinryu, e nella sua firma metteva semplicemente il suo nome.
Come diploma della scuola, Zen'ya era solito dare copie delle antiche pergamene della sua famiglia, sulle quali alle parole di congratulazione aggiungeva "Kunii-ke soden", ad esempio copiando un’antica pergamena intitolata "Kenjutsu mokuroku" (diploma/curriculum di scherma) avrebbe scritto “Kunii-ke soden kenjutsu mokuroku." ovvero “diploma di scherma trasmesso entro la famiglia Kunii”. Quindi usato nel senso di “trasmesso entro una famiglia” il termine Soke sembra perfettamente ragionevole, implicando che la conoscenza associata con quel diploma era stata insegnata esclusivamente attraverso l’eredità della famiglia Kunii”

Ricapitolando, è assurdo definire Soke una arte marziale recente, ed associare questa parola ad un nome non giapponese è quasi uno scherzo di cattivo gusto. E’anche sbagliato tradurlo come Gran Maestro, vuol dire semplicemente “Capo”, ed è irrispettoso usare termini giapponesi al posto di parole occidentali con lo stesso significato solo per pomposità.

Durante il periodo Tokugawa la parola Soke indicava un sistema commerciale basato su privilegi ereditari che si avvantaggiavano dell’ignoranza delle masse ricavandone vantaggi economici.
Forse gli insegnanti di scuole di arti marziali commerciali occidentali che si attribuiscono il titolo di Soke sono più storicamente accurati nel suo uso di quanto essi stessi non pensino….

Ancora una volta ricordo che non sono uno storico nè un esperto di koryu, quindi chiunque voglia esprimere una critica, precisazione o diversa interpretazione è ben accetto...
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Messaggio  Stefano Mar 14 Apr - 18:32

Potrebbe essere 'soke' sinonimo italiano di 'caposcuola'?

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La parola "Soke" - qual è il suo vero significato? Empty Re: La parola "Soke" - qual è il suo vero significato?

Messaggio  Raffaele Sab 13 Feb - 14:21

Scusa Stefano se ti rispondo a distanza di tempo....
Ad ogni modo da quel che mi è sembrato di capire Soke va bene come "caposcuola" purchè vi sia anche una trasmissione per via di sangue, cioè purchè chi ne porta il titolo sia un discendente diretto del fondatore del koryu. Lo stesso Yoshio Sugino era il capo insegnante del Tenshin Katori Shinto Ryu (quindi la più alta autorità tecnica) ma non il soke (diciamo quindi il capo "politico"), perchè non era discendente in linea di sangue.
E' una cosa molto "medioevale" in effetti...
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